Come ben sappiamo esistono diversi titoli di stato e molti buoni fruttiferi postali; ma due tra questi sono molto simili tra di loro, per questo abbiamo deciso di analizzare le differenze e capire cosa è meglio per un consumatore ed investitore. I titoli a confronto sono: buoni Fruttiferi Postali indicizzati sul costo della vita e Btp Italia.
Sicuramente tra i più conosciuti e richiesti dai cittadini italiani, troviamo al primo posto i buoni Fruttiferi Postali, che sono controllati e gestiti dalle poste italiane. I buoni Fruttiferi Postali indicizzati, hanno fatto molta strada nel corso della vita, per via delle innumerevoli offerte proposte e anche per la qualità del prodotto finale. Questo prodotto è stato in grado di offrire realmente ad un investitore/risparmiatore, la possibilità di controllare il proprio denaro e vederlo crescere nel tempo, senza intoppi e problemi. Proprio grazie a questo, le richieste di contratto sono salite vertiginosamente negli ultimi anni.
Oltre a questo, per chi non lo conoscesse è presente un altro metodo di investimento, simile ai buoni Fruttiferi Postali indicizzati sul costo della vita; il suo nome è: Btp Italia (Titolo gestito e controllato dal dipartimento del Tesoro) questo titolo ha una durata di vita pari a sei anni. Proprio per questo abbiamo deciso di fare un confronto e capre le differenze presenti tra questi due prodotti.
Durata e differenze tra buoni Fruttiferi Postali indicizzati sul costo della vita e Btp Italia:
Buoni fruttiferi postali 10 anni |
I buoni fruttiferi postali indicizzati, rispetto ai sei anni del Btp Italia, offrono una durata in più di 3 anni, per un totale complessivo di 10 anni; oltre a questo consentono di ricevere una cedola fissa sicura.
Ottima opzione, visto che ci permetterà di riavere indietro i nostri soldi (attualmente investiti) anche quando si decide per un ritiro anticipato.
Infatti il rimborso anticipato, con cedolare assicurata non è cosa da tutti...
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Rendimento ed investimento, chi è il migliore sul campo?
Su questo campo vincono i Btp Italia, visto che offrono il 2,15% di interessi in quattro anni; mentre a confronto i buoni fruttiferi postali, offrono solo un misero 0,6% lordo per quanto riguarda la cedolare fissa assicurata e un rendimento variabile gestito dal costo della vita italiano (sempre secondo i dati FOI). Oltre a questo i buoni fruttiferi non possono essere ritirati prima di 1 anno e 6 mesi, altrimenti addio interessi…
Se già state utilizzando uno dei seguenti metodi di investimento, cosa consiglieresti di fare? Vi ricordo che per attivare un buono Fruttifero Postale indicizzato all'inflazione italiana è obbligatorio versare un minimo di 250 euro come quota iniziale per far maturare i primi interessi. Cosa ne pensate?
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