Il TFR definito anche trattamento di fine rapporto, stabilisce la fine del rapporto di lavoro tra il dipendente e il proprio datore. Il TFR conferisce al dipendente la possibilità di ricevere una retribuzione (un risparmio accumulato negli anni) che verrà calcolata poi, in base al tipo di lavoro, contratto e stipendio.
Il tutto viene determinato annualmente, cioè l'accumulo viene gestito calcolando le proprie quote annuali sommando gli anni di lavoro svolti, diviso per il valore numerico pari a 13,5. (valore che non cambia e rimane uguale in qualsiasi caso)
Durante la nostra vita, si pensa sempre di cambiare lavoro e ogni qualvolta questo avviene, ci si ritrova sempre a capire come calcolare il TFR, per via del cessato rapporto di lavoro. Noi di salvadanio.info abbiamo deciso di spiegare come fare a calcolare il trattamento di fine rapporto al fine di ricevere una buona liquidazione.
Per effettuare questi calcoli si utilizza un metodo imposto dalla legge, seguendo una determinata formula di calcolo, ma a parer nostro è sempre meglio effettuare queste operazioni da soli, in questo modo possiamo stare tranquilli e capire realmente la cifra che ci spetta.
Chi rientra quindi nel calcolo pratico del trattamento di fine rapporto?
Nella voce riguardante la retribuzione utile del TFR, bisogna far rientrare tutte le retribuzioni per le cifre delle prestazioni in natura e somme a titolo non occasionale; non bisogna includere invece i rimborsi delle spese.
Ma come si calcola esattamente la somma di retribuzione che ci spetta?
Sapendo che il TFR non è altro che, una somma che ogni anno viene messa da parte, anche tramite speciali fondi personalizzati e fino al giorno di cessione del contratto di lavoro non può essere ritirata; cerchiamo di capire come calcolare l'ammontare effettivo. Ogni anno, mettiamo caso di ricevere uno stipendio pari a 15.000 euro, questa cifra dobbiamo dividerla per 13,5, il cui risultato è pari a 1.111 euro. Ecco fatto abbiamo trovato l'accantonamento che viene messo da parte. Questa operazione bisogna svolgerla ogni anno, sommando di conseguenza tutte le quote annuali per gli anni di lavoro svolti; tutte queste quote vengo poi a loro volta analizzate mediante specifici valori ISTAT, creando a loro volta il nostro fondo TFR. Ricordiamo che il fondo dev'essere anche sottoposto a tassazione, quindi il risultato che si ottiene inizialmente e solo un valore lordo.
Il datore di lavoro o l'ente pensionistico devono inoltre versare al proprio lavoratore l'imposta sostitutiva con un'aliquota pari all'11% tramite il modello F24; per i contribuenti a regime de minimis invece l'aliquota applicata è pari al 20% perché andrà a coprire tutte le imposte sul reddito, le addizionali comunali e regionali.
Alle somme che vengono accantonate annualmente c'è da detrarre una percentuale dello 0,5% come contributo previdenziale pensionistico per il Fondo di Garanzia Nazionale INPS. La percentuale di detrazione viene ricalcolata ogni anno in base all'imponibile previdenziale dell'anno in corso.
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Le retribuzioni per il calcolo del TFR sono la somma di tutti gli elementi retribuiti che appartengono alle categorie tipica, normale e ripetitiva nel rapporto tra dipendente e datore di lavoro, e sono da escludere invece tutte le retribuzioni pagate a titolo occasionale.
Come abbiamo già indicato in precedenza il trattamento di fine rapporto può anche essere gestito mediante fondi speciali, come ad esempio i fondi pensione (pensione integrativa) oppure per chi volesse è anche possibile lasciare il tutto invariato e mettere da parte il proprio denaro a tempo determinato direttamente nell'azienda in cui si lavora.
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